D. Grido d’allarme dell’Associazione Nazionale Magistrati: troppe criticità nel PCT, la funzione del magistrato viene svilita oppure magistrati poco telematici?
R. L’ANM, in una nota del 5 ottobre 2015, è tornata ad evidenziare le principali criticità del PCT, denunciando lo svilimento della funzione del magistrato che ne consegue. Tra le principali criticità del nuovo processo civile telematico, le ricadute sul magistrato di compiti e funzioni della cancelleria e il conseguente aggravio di responsabilità del giudice, ed il rallentamento dei tempi di studio della causa – in ragione della poco duttilità dello strumento informatico, che non consente di individuare immediatamente gli atti depositati – e dei tempi necessari per l’espletamento delle attività precedentemente svolte dal personale di cancelleria.
No all’abbandono del fascicolo cartaceo. Alla luce di quanto evidenziato, proseguono dall’ANM, non solo il PCT, attualmente in regime ibrido, «non può in alcun modo comportare l’abbandono del fascicolo cartaceo», ma anche «il necessario mantenimento del cartaceo non può gravare sul magistrato». A creare difficoltà, infatti, è soprattutto l’impossibilità per il giudice di consultare più documenti telematici contemporaneamente. A quando l’effettività del PCT? Ai posteri l’ardua sentenza…?!
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