D.“Permessi 104”: il diritto a non essere trasferiti è collegato alla gravità dell’handicap dell’assistito?

R. Per la Suprema Corte di legittimità no! La Corte di Cassazione ha affermato che l’art. 33, comma 5 va interpretato «in termini costituzionalmente orientati» – in particolare con riferimento all’art. 3 Cost. e all’art. 26 della Carta di Nizza – in modo, cioè, finalizzato alla tutela della persona diversamente abile.
Nonostante la legge parli di “handicap grave”, quindi, «il trasferimento del lavoratore è vietato anche quando la disabilità del familiare, che egli assiste, non si configuri come grave». Unica eccezione sarebbe la «sussistenza di esigenze aziendali effettive ed urgenti, insuscettibili di essere altrimenti soddisfatte», la quale però deve essere provata dal datore di lavoro.  (Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sentenza n. 25379/16; depositata il 12 dicembre)

 

 

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