Nel 2017 Equitalia chiude: cosa cambia e chi ci guadagna?

La manovra del Governo Renzi per il 2017 si comporrà del disegno di legge di bilancio e di un decreto legge contenente una serie di misure di particolare urgenza. Fra queste, di importante rilievo sembra essere la norma che porterà alla “chiusura” di Equitalia, presumibilmente entro giugno del 2017.

Occorre ricordare che l’Equitalia era nata  “da un’idea giusta, ma il modello su cui si è sviluppata è stato vessatorio nei confronti dei cittadini”.

Il nuovo meccanismo prevederà di recuperare le somme senza fare guerra ai contribuenti.

Ovviamente l’abolizione di Equitalia non comporterà né l’eliminazione di multe e contenziosi fra cittadini e amministrazioni né uno stop al recupero dei crediti effettuato dallo Stato. Le funzioni di Equitalia saranno riassorbite dall’Agenzia delle Entrate, secondo un “nuovo modello”.  Secondo l’attuale Presidente del Consiglio, quella di Equitalia è stata una “parentesi” che non ha funzionato, soprattutto per il clima “intimidatorio” che si è instaurato fra Fisco e contribuente e per alcuni meccanismi “vessatori” che si sono venuti a determinare nel corso degli anni, finendo con il penalizzare, in particolare, le piccole e medie imprese e i cittadini con redditi medio–bassi. La lotta all’evasione “non deve essere vessatoria” e, purtropp, il modello Equitalia non ha funzionato nemmeno sul versante della lotta all’evasione. Secondo Renzi, se nel 2015 sono stati buoni i risultati della lotta all’evasione, quello in discussione è “il modello punitivo del passato che puntava su un sistema vessatorio […] il cittadino va coinvolto prima non stangato subito”.

Il Governo è alle prese con i dettagli del decreto che dovrebbe sancire la chiusura di Equitalia, quindi non si può escludere cambiamenti dell’ultima ora. L’idea è, però, quella di “rottamare le cartelle”, ovvero dal punto di vista pratico la rottamazione prevederà il pagamento dell’intera imposta dovuta, ma ci sarà la cancellazione degli interessi di mora e delle sanzioni che possono arrivare fino al 200 per cento. I contribuenti che aderiranno saranno tenuti invece a sostenere gli interessi di “ritardato pagamento”, quelli che decorrono dal momento in cui si smette di pagare a quello in cui Equitalia emette il ruolo. In pratica lo sconto complessivo per il contribuente sarà da un terzo al 50 per cento dell’intera somma dovuta.

Praticamente, con la “rottamazione”, il Governo eliminerà dalle cartelle la quota di sanzioni, una parte dell’aggio di riscossione e gli interessi di mora; i contribuenti saranno comunque tenuti a pagare l’imposta non corrisposta, gli interessi maturati, il ritardo nel pagamento e una quota (sembra il 30%) degli oneri di riscossione. Le modalità con le quali i contribuenti potranno corrispondere l’importo non sono ancora molto chiare, ma dovrebbe comunque essere possibile una rateizzazione, in particolare per cifre alte. Stando a una prima bozza del provvedimento, la rottamazione della cartella sarebbe “attivabile” su richiesta del debitore e sarebbe possibile una rateizzazione fino a 36 rate mensili del debito.

È importante sottolineare che non si tratta di un condono: l’imposta verrà pagata integralmente e non ci sarà alcuna forfettizzazione del debito con lo Stato. Oggetto del provvedimento sono tutte le tipologie di cartelle di Equitalia notificate entro il 31 dicembre del 2016.

Ci si chiede chi ci guadagnerà con la rottamazione delle cartelle di Equitalia. Sembrerebbe che “Il provvedimento riguarderebbe le cartelle che gli italiani stanno già pagando con la rateizzazione, per un valore di circa 35 miliardi di euro, e quelle che Equitalia si appresterà ad emettere: 51 miliardi alla fine dell’anno 2015, più quelle del 2016. Sono circa cento miliardi di euro «nominali», perché con la cancellazione delle sanzioni e degli interessi di mora, la somma che verrà incassata sarà certamente inferiore”. Per il 2017, il Governo conterebbe di incassare una cifra vicina ai 4 miliardi di euro.

Avvocato Anna Maria Cupolillo Staff Giuridico Avvocato Express

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